Il nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo, approvato mercoledì 10 aprile al Parlamento europeo per modificare il fallimentare Regolamento di Dublino, non è a nostro avviso un passo storico come dichiarato dalla Presidente Metsola, quanto più un’occasione persa che ci lascia insoddisfatti, delusi e amareggiati.
Nel Patto per l’Europa che abbiamo siglato a Lampedusa lo scorso ottobre, abbiamo richiesto una gestione europea dei fenomeni migratori che tuteli la vita e la dignità della persona, che contrasti la tratta di esseri umani gestita dalla criminalità organizzata e che implementi le giuste misure di riconoscimento delle vittime dell’immigrazione.
Alcune delle previsioni contenute nel nuovo Patto, come l’introduzione di un sistema di solidarietà tra gli Stati Membri dell’UE e l’inserimento di un effettivo controllo del rispetto dei diritti umani nella fase di screening, avrebbero potuto rappresentare un importante passo in avanti verso un diverso approccio europeo alla gestione dei fenomeni migratori. Eppure, dal voto di Bruxelles non è emerso nulla di efficace per proteggere le persone, per garantire maggiore sicurezza e per progredire nella tutela dei diritti.
La facoltà concessa agli Stati membri di scegliere se accogliere i richiedenti asilo, stanziare contributi finanziari o fornire sostegno tecnico-operativo ai Paesi di primo approdo o persino a Paesi terzi, è qualcosa che poco ha a che fare con la solidarietà, valore fondamentale dell’Unione europea. Il silenzio su una politica europea di salvataggio in mare, l’assenza di riferimenti alla creazione strutturale a livello europeo di vie di accesso legali e sicure e la mancata opposizione formale ai campi rifugiati, di fatto campi di detenzione, come quelli in Grecia e in Croazia, si pongono in netto contrasto con l’impegno europeo nella promozione e salvaguardia dei diritti umani e concretizzano l’idea di “Europa fortezza”. Il regolamento sulle situazioni di crisi non sembra tenere conto delle reali motivazioni che potrebbero spingere gli Stati Membri a dichiarare una situazione di emergenza, spesso riconducibili alla mancanza di volontà di gestire il fenomeno migratorio.
Questi meccanismi non risolveranno nessuno dei problemi attuali delle migrazioni verso l’Europa. Non salveranno alcuna vita, non impediranno a nessuno di morire in mare, non renderanno più lineare e ordinato il processo di domanda d’asilo, non creeranno solidarietà tra Stati membri e non garantiranno maggiore sicurezza.
Sosteniamo che il Patto sulla Migrazione e l’Asilo, già avviato con il piede sbagliato nel 2020, sia peggiorato nel corso degli anni a causa dei compromessi tra le Istituzioni europee e gli Stati membri. Riteniamo dunque che le politiche migratorie, possibili solo all’interno di una politica estera europea davvero comune, debbano essere competenza dell’Unione europea, ma di un’Unione europea che si attenga rigidamente ai principi sui quali è stata costruita: democrazia, solidarietà, rispetto dei diritti umani, della dignità umana e dello Stato di diritto.
Associazione Piero Capone
Base Italia
Comitato 3 Ottobre
Erasmus Student Network Italia
Europiamo ETS
Giovani delle Acli
Giovani di Azione Cattolica
Gioventù Federalista Europea
Movimento Europeo Giovani
Natura Comune
One Hour for Europe Italia
Youthmed