La via da percorrere
non è facile, né sicura.

Ma deve essere percorsa, E LO SARA'!

Altiero Spinelli, 1944

Dal Manifesto di Ventotene all’Unione europea di oggi La storia degli uomini e donne che hanno lottato per la pace, la democrazia e l'unità

La storia dei federalisti europei è la storia di un movimento che si è sempre posto l’obiettivo di portare il processo di integrazione verso un’Europa federale mobilitando società civile e classe politica.

Non si può quindi raccontare la storia dei federalisti europei senza ricordare i grandi avvenimenti del processo di integrazione europea. 

Europa in una crisi totale

L’ideologia dell’indipendenza nazionale è stata un potente lievito di progresso. (…) Essa portava però in sé i germi del nazionalismo imperialista, (…) fino alla formazione degli Stati totalitari ed allo scatenarsi delle guerre mondiali. (…) La sovranità assoluta degli stati nazionali ha portato alla volontà di dominio sugli altri e considera suo “spazio vitale” territori sempre più vasti che gli permettano di muoversi liberamente e di assicurarsi i mezzi di esistenza senza dipendere da alcuno. Questa volontà di dominio non potrebbe acquietarsi che nell’egemonia dello stato più forte su tutti gli altri asserviti. (…)
Basta che una nazione faccia un passo più avanti verso un più accentuato totalitarismo, perché sia seguita dalle altre nazioni, trascinate nello stesso solco dalla volontà di sopravvivere.

Manifesto di Ventotene (1941)

1943

Nasce il Movimento Federalista Europeo

Nel 1941 tre grandi oppositori del regime fascista confinati per motivi politici presso l’isola di Ventotene, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, redassero un documento Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto, in parte ispirati dalle discussioni con gli altri antifascisti confinati sulla stessa isola. Il manoscritto fu portato sul continente per essere diffuso negli ambienti dell’opposizione di Roma e Milano da Ursula Hirschmann, Ada Rossi e altri attivisti.

Fuggiti da Ventotene nell’estate del 1943, Spinelli, Rossi e Colorni si riunirono con altri federalisti (Nicolò Carandini, Luciano Bolis, Ursula Hirschmann, Manlio Rossi Doria, Giorgio Braccialarghe, Vittorio Foa) presso la casa milanese di un partigiano e accademico Mario Rollier la.notte fra 27 e 28 agosto 1943. Guidati dai ideali del loro Manifesto, fondarono Il.Movimento Federalista Europeo.

1944

Nasce l’Unione dei Federalisti Europei

Spinelli si dà come obiettivo primario quello di cercare i federalisti in Europa, per creare un movimento in grado di realizzare un’Europa federale appena finita la guerra. Nasce così nel 1944 l’UEF.

Nello stesso anno nella Roma occupata dalle forze naziste Eugenio Colorni curò la redazione del Manifesto di Ventotene in tre capitoli (invece di quattro), l’arricchì della prefazione e lo pubblicò clandestinamente in 500 copie.
Pochi mesi dopo fu ucciso da una pattuglia di militi fascisti.

La Guerra diventa fredda

Alla conclusione della guerra, circa 60 milioni
di persone in tutto il mondo sono morte.

Eliminati i nazisti, la guerra diventa fredda. L’Europa rimane divisa fra le due nuove potenze globali: quella occidentale e quella sovietica. Mentre l’America sta per portare l’Europa occidentale a una rinascita economica miracolosa, in Europa orientale vengono impostati regimi autoritari dipendenti dall’Unione Sovietica. 

1945

La guerra civile europea?

I terribili stermini di cui gli Stati europei si sono resi protagonisti dal 1914 al 1945 vengono da alcuni storici ricordati come la Guerra civile europea.

Trattato di Bruxelles

Il 17 marzo 1948 Regno unito, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo firmarono il Trattato di Bruxelles, un patto di autodifesa collettiva.

Fu una rilevante iniziativa nell’ottica di un’Europa che, dopo i drammi della Seconda guerra mondiale, sceglieva di difendersi vicendevolmente invece che combattersi.

1948

Dichiarazione Schuman

Il 9 maggio 1950 il Ministro degli esteri francese Robert Schuman tenne il primo discorso politico ufficiale in cui compare il concetto di Europa intesa come unione politica da perseguirsi tramite un assetto istituzionale comune. La sua dichiarazione rappresentò un punto di svolta nella storia delle relazioni internazionali tra gli stati europei e il punto di partenza del processo d’integrazione europea. In ricordo di tale iniziativa, nel 1985 il Consiglio europeo proclamò il 9 maggio la Festa dell’Europa.

1950

Le Madri e i Padri fondatori

Diverse e diversi leader visionari hanno ispirato la creazione dell’Unione europea in cui viviamo oggi. Senza il loro impegno e la loro motivazione non potremmo vivere nel contesto di pace e stabilità che oggi diamo per scontato. Combattenti della resistenza o avvocati e parlamentari, le Madri e i Padri fondatori erano un gruppo eterogeneo di persone mosse dagli stessi ideali: la pace, l’unità e la prosperità in Europa. Assieme anche alla consapevolezza che, per raggiungere questi obiettivi, bisogna condividere a livello europeo pezzi di sovranità nazionale, rimasta ormai “polvere senza sostanza”.

Trattato di Parigi

Il trattato costitutivo della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) fu firmato a Parigi il 18 aprile 1951 ed entrò in vigore il 23 luglio 1952. Il trattato è rimasto valido per 50 anni fino al 2002 quando la CECA divenne parte dell’Unione europea.

1951

Nasce Gioventù Federalista Europea

La Gioventù Federalista Europea (GFE) fondata nel 1951 a Roma
è la sezione italiana degli Jeunes Européens Fédéralistes (JEF)
e il gruppo giovanile del Movimento Federalista Europeo (MFE).

1954

La lotta per la
Comunità Europea di Difesa

Sul modello della CECA, Jean Monnet e René Pleven proposero la creazione di esercito comune europeo sotto il comando di un ministro della difesa europeo. Il piano presentato venne integrato dal contributo del governo italiano, allora guidato da Alcide de Gasperi. Altiero Spinelli e le forze federaliste riuscirono a influenzare l’opinione del governo italiano il quale propose che accanto al processo di integrazione degli eserciti si creasse anche una vera Comunità Politica Europea. Questo passo avrebbe portato alla realizzazione in tempi brevi dell’unione federale dell’Europa. Purtroppo il progetto fallì a causa delle resistenze francese che portarono alla bocciatura della CED nel 1954.

Trattati di Roma:
Nasce il mercato unico europeo

I governi europei ripiegarono con il Trattato di Roma (25 marzo 1957) sulla creazione del Mercato comune, guidati dalla convinzione che l’integrazione economica fosse un passo necessario sulla strada dell’unificazione politica.

1957

1972

Nasce Jeunes Européens Fédéralistes

Les Jeunes Européens Fédéralistes costituiscono un movimento politico apartitico senza fini di lucro, meglio conosciuto con l’acronimo JEF. Rappresenta la sezione giovanile della Union of European Federalists, e il tesseramento è aperto a tutte le persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni.

Le prime elezioni europee

Dal 1952 si riuniva a Strasburgo un’assemblea consultiva
(priva dei poteri legislativi) di pochi parlamentari nominati all’interno dei parlamenti nazionali dei Stati membri della CECA. Nel 1962 mutò nome in Parlamento europeo (PE).

Il 20 settembre 1976 il Consiglio europeo decide di
rendere il PE eleggibile a suffragio universale diretto,
e quindi non più per mezzo dei parlamentari nazionali.

Le prime elezioni vengono celebrate nel giugno 1979.
Simone Veil diventa il primo Presidente eletto del PE.

1979

Una conquista del nostro Movimento

A partire dal 1967 il MFE concentrò il proprio impegno nella lotta per l’elezione diretta del Parlamento europeo (PE), intesa come tappa intermedia per giungere alla costituente europea. Il MFE organizzò una consistente mobilitazione popolare intorno all’elezione diretta dei rappresentanti italiani nel PE: raccolse le firme necessarie per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare e organizzò diverse manifestazioni per la causa. 

Accordo di Schengen

L’accordo di Schengen è un trattato internazionale firmato a Schengen il 14 giugno 1985 tra Benelux, Germania Ovest e Francia, che prevedeva la creazione di uno spazio comune, tramite una progressiva eliminazione dei controlli alle frontiere comuni tra i cinque Stati interessati, sia delle merci sia delle persone.

1985

Atto unico europeo

L’atto unico europeo è l’accordo consolidato che ha emendato i trattati di Roma del 1957. È stato firmato il 17 febbraio 1986 a Lussemburgo ed è entrato in vigore il 1º luglio 1987. Fu elaborato per andare incontro a due necessità improrogabili: completare la costruzione del mercato libero interno, ormai al palo dopo le crisi economiche degli anni Settanta e avviare un primo embrione di Unione politica.

1986

Il progetto del trattato Spinelli

Subito dopo l’elezione diretta del PE si sviluppò un’azione combinata fra Spinelli, membro del PE dal 1976, e i federalisti per mobilitare un vasto consenso intorno all’iniziativa del PE per una rifondazione delle Comunità. Spinelli, assieme a un piccolo gruppo di parlamentari riuniti nel Club del Coccodrillo, riuscì ad impegnare l’intero Parlamento nella elaborazione di un nuovo Trattato che prevedeva la trasformazione delle Comunità in una federazione.

L’impegno del MFE ebbe uno dei sui momenti più alto nella manifestazione di Milano del 28-29 giugno 1985 in cui parteciparono 100.000 persone provenienti da tutta l’Europa, in occasione del Consiglio europeo che convocò la Conferenza intergovernativa che redasse l’Atto unico europeo. 

Liberazione d’Europa dai regimi comunisti

Nel autunno 1989, un’ondata rivoluzionaria avvenuta nell’Europa Centrale ed Orientale portò diversi regimi comunisti alla rovescia nel giro di pochi mesi. Il processo pacifico di democratizzazione iniziò in Polonia e si espanse nella Germania Est, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria, Estonia, Lituania e Lettonia. Tutti questi stati cominciarono presto il processo d’integrazione con la Europa occidentale.

1989

Trattato di Maastricht

Il Trattato sull’Unione europea (TUE) firmato il 7 febbraio 1992 a Maastricht nei Paesi Bassi ed entrato in vigore il 1º novembre 1993, definisce i cosiddetti tre pilastri dell’Unione europea, fissando anche le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l’ingresso dei vari Stati aderenti nella suddetta Unione.

A norma del trattato, l’Unione è fondata sulle Comunità europee (primo pilastro), integrate da due altri ambiti di cooperazione (secondo e terzo pilastro): la politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la giustizia e affari interni (GAI).

1992

Un’altra conquista dei federalisti

Due eventi importanti furono le manifestazioni federaliste che ebbero luogo a Roma in occasione dei Consigli europei del 1990.

Criteri di Copenhagen

I criteri di Copenaghen stabiliscono i parametri che uno stato candidato all’Unione europea deve rispettare. Pur dando seguito a princìpi già emersi in occasione del precedenti allargamenti, furono definiti nel corso del Consiglio europeo di Copenaghen tenutosi nel 1993, con in mente, all’epoca, l’idea di regolamentare l’allargamento dell’Unione europea verso i paesi dell’Europa dell’est, appena liberati dei regimi autoritari comunisti.

1993

Princìpi dell’Europa unità

I criteri politici richiedono la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela mentre i criteri economici richiedono esistenza di un’economia di mercato funzionante e capacità di far fronte alle forze del mercato e alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione Europea.

Trattato di Amsterdam

Nel marzo 1996 a Torino si apre la conferenza intergovernativa per la revisione del trattato sull’Unione europea, da cui ne risulterà il successivo trattato di Amsterdam, che sarà uno dei primi tentativi di riformare l’UE in vista dell’allargamento. È con il trattato di Amsterdam che Il Parlamento ha acquisisce il diritto di approvare la nomina del Presidente della Commissione. Il trattato viene firmato il 2 ottobre 1997 ed entra in vigore dal 1º maggio 1999.

1997

Federalisti sempre presenti

I federalisti scendono in piazza in occasione dei Consigli europei di Torino del 29 marzo 1996 e di Firenze del 22 giugno 1996.

Carta di Nizza

La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (CDFUE) è stata solennemente proclamata il 7 dicembre 2000 a Nizza. Prima della sua approvazione la tutela dei diritti fondamentali era rimasta competenza della giurisprudenza della Corte di Giustizia, che già dal 1969, afferma che i diritti fondamentali “fanno parte dei principi generali del diritto comunitario, di cui la Corte garantisce l’osservanza”.

2000

Euro entra in circolazione

L’unione economica e monetaria dell’Unione europea venne sancita con l’adozione di una moneta unica europea, l’euro, in.sostituzione delle rispettive valute nazionali da parte degli Stati membri dell’Unione Europea, con una politica monetaria comune sotto il controllo della Banca Centrale Europea (BCE), dando vita alla cosiddetta eurozona. Gli Stati membri delegano dunque la propria sovranità monetaria e con essa la politica monetaria all’Unione, mantenendo invece la “sovranità politica” (politica interna) con i rispettivi parlamenti e governi nazionali. Anche le politiche economiche di ciascuno stato (politica di bilancio, politica fiscale e politica industriale), coordinate tra loro per alcuni aspetti attraverso l’Unione, rimangono per buona parte ancora prerogative degli stati (ad eccezione della politica agricola comune).

2002

Un sogno federalista diventa una realtà

La proposta di una moneta unica europea era già stata avanzata dal MFE negli anni Settanta, quando si era posto il problema dell’incompatibilità tra l’avanzamento del mercato unico e il permanere di un sistema di monete nazionali, e successivamente era stata rinnovata durante le crisi ricorrenti dei sistemi di controllo dei cambi (il serpente monetario negli anni ’70 e l’ECU negli anni ’80).

Trattato di Lisbona

Dopo l’introduzione dell’euro e in vista dell’ingresso dei Paesi dell’est Europa, il 15 dicembre 2001 il Consiglio europeo propose di convocare una Convenzione europea per la redazione di una costituzione. Tuttavia il progetto fallì, per via degli esiti negativi nei referendum popolari in Francia e in Olanda. In seguito, fu firmato il Trattato di Lisbona.

2007

La lotta continua

I federalisti, pur considerando deludenti i risultati della Convenzione,
si schierarono a favore del nuovo Trattato costituzionale.
Il fallimento che ne seguì, fino all’approvazione del Trattato di Lisbona, fecero entrare il processo di integrazione in una fase di stasi, ma i federalisti ben sapevano che la disputa non era affatto risolta.

Premio Nobel per la pace

Nell’ottobre 2012 il Premio Nobel per la Pace fu assegnato all’Unione europea “per aver contribuito lungo sei decenni all’avanzamento di pace, riconciliazione, democrazia e diritti umani in Europa”.

2012

Federalismo e pacifismo

In ossequio alla visione kantiana di una Pace perpetua, il federalismo pone la pace come suo valore cardine, e la costruzione di un sistema istituzionale federale, con livelli di governo “indipendenti e coordinati”, l’unica garanzia di una vera pace. L’Unione europea, nonostante non abbia ancora compiuto del tutto il suo processo verso la formazione di un’Europa federale, ha effettivamente garantito la pace in Europa costruendo istituzioni comuni.

Referendum su Brexit

La vittoria del Leave al referendum del 23 giugno 2016 nel Regno unito ha segnato un momento unico nella storia del processo di integrazione: per la prima volta uno Stato membro ha deciso di lasciare l’Ue. Tale uscita, però, è avvenuta solo il 31 gennaio 2020, dopo quattro anni che hanno bloccato la politica UK e visto le più grandi manifestazioni della storia a favore dell’integrazione europea. 

2016

Federalismo contro i nazionalismi

Il referendum su Brexit ha segnato clou dell’ascesa del ritorno del nazionalismo in Europa negli ultimi anni. In risposta a questa tendenza, i federalisti hanno organizzato, in occasione del Vertice europeo che si è tenuto il 25 marzo 2017 a ricordo del 60° anniversario dei Trattati di Roma, una March for Europe fino al Colosseo, che ha raccolto all’incirca ventimila persone.

Nel 2017, gli esiti delle elezioni in Olanda, Francia e Germania hanno rappresentato una frenata dell’avanzata nazionalista.

La storia dei federalisti europei è la storia di un movimento che si è sempre posto l’obiettivo di portare il processo di integrazione verso un’Europa federale mobilitando società civile e classe politica.

Non si può quindi raccontare la storia dei federalisti europei senza ricordare i grandi avvenimenti del processo di integrazione europea. 

2020

Conferenza sul futuro dell’Europa

Nel suo primo discorso al Parlamento europeo del 16 luglio 2019, la Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ha proposto di convocare una Conferenza sul futuro dell’Europa dal 2020 al 2022, per discutere fra istituzioni europee e nazionali, cittadini e società civile come l’Ue possa affrontare le sfide dei prossimi anni.

1943

Europa in una crisi totale

L’ideologia dell’indipendenza nazionale è stata un potente lievito di progresso. (…) Essa portava però in sé i germi del nazionalismo imperialista, (…) fino alla formazione degli Stati totalitari ed allo scatenarsi delle guerre mondiali. (…) La sovranità assoluta degli stati nazionali ha portato alla volontà di dominio sugli altri e considera suo “spazio vitale” territori sempre più vasti che gli permettano di muoversi liberamente e di assicurarsi i mezzi di esistenza senza dipendere da alcuno. Questa volontà di dominio non potrebbe acquietarsi che nell’egemonia dello stato più forte su tutti gli altri asserviti. (…)
Basta che una nazione faccia un passo più avanti verso un più accentuato totalitarismo, perché sia seguita dalle altre nazioni, trascinate nello stesso solco dalla volontà di sopravvivere.

Manifesto di Ventotene (1941)

Nasce il Movimento Federalista Europeo

Nel 1941 tre grandi oppositori del regime fascista confinati per motivi politici presso l’isola di Ventotene, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, redassero un documento Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto, in parte ispirati dalle discussioni con gli altri antifascisti confinati sulla stessa isola. Il manoscritto fu portato sul continente per essere diffuso negli ambienti dell’opposizione di Roma e Milano da Ursula Hirschmann, Ada Rossi e altri attivisti.

Fuggiti da Ventotene nell’estate del 1943, Spinelli, Rossi e Colorni si riunirono con altri federalisti (Nicolò Carandini, Luciano Bolis, Ursula Hirschmann, Manlio Rossi Doria, Giorgio Braccialarghe, Vittorio Foa) presso la casa milanese di un partigiano e accademico Mario Rollier la.notte fra 27 e 28 agosto 1943. Guidati dai ideali del loro Manifesto, fondarono Il.Movimento Federalista Europeo.

1944

Nasce l’Unione dei Federalisti Europei

Spinelli si dà come obiettivo primario quello di cercare i federalisti in Europa, per creare un movimento in grado di realizzare un’Europa federale appena finita la guerra. Nasce così nel 1944 l’UEF.

Nello stesso anno nella Roma occupata dalle forze naziste Eugenio Colorni curò la redazione del Manifesto di Ventotene in tre capitoli (invece di quattro), l’arricchì della prefazione e lo pubblicò clandestinamente in 500 copie.
Pochi mesi dopo fu ucciso da una pattuglia di militi fascisti.

1945

La Guerra diventa fredda

Alla conclusione della guerra, circa 60 milioni di persone in tutto il mondo sono morte.

Eliminati i nazisti, la guerra diventa fredda. L’Europa rimane divisa fra le due nuove potenze globali: quella occidentale e quella sovietica. Mentre l’America sta per portare l’Europa occidentale a una rinascita economica miracolosa, in Europa orientale vengono impostati regimi autoritari dipendenti dall’Unione Sovietica. 

1948

Trattato di Bruxelles

Il 17 marzo 1948 Regno unito, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo firmarono il Trattato di Bruxelles, un patto di autodifesa collettiva.

Fu una rilevante iniziativa nell’ottica di un’Europa che, dopo i drammi della Seconda guerra mondiale, sceglieva di difendersi vicendevolmente invece che combattersi.

1950

Dichiarazione Schuman

Il 9 maggio 1950 il Ministro degli esteri francese Robert Schuman tenne il primo discorso politico ufficiale in cui compare il concetto di Europa intesa come unione politica da perseguirsi tramite un assetto istituzionale comune. La sua dichiarazione rappresentò un punto di svolta nella storia delle relazioni internazionali tra gli stati europei e il punto di partenza del processo d’integrazione europea. In ricordo di tale iniziativa, nel 1985 il Consiglio europeo proclamò il 9 maggio la Festa dell’Europa.

Le Madri e i Padri fondatori

Diverse e diversi leader visionari hanno ispirato la creazione dell’Unione europea in cui viviamo oggi. Senza il loro impegno e la loro motivazione non potremmo vivere nel contesto di pace e stabilità che oggi diamo per scontato. Combattenti della resistenza o avvocati e parlamentari, le Madri e i Padri fondatori erano un gruppo eterogeneo di persone mosse dagli stessi ideali: la pace, l’unità e la prosperità in Europa. Assieme anche alla consapevolezza che, per raggiungere questi obiettivi, bisogna condividere a livello europeo pezzi di sovranità nazionale, rimasta ormai “polvere senza sostanza”.

1951

Trattato di Parigi

Il trattato costitutivo della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) fu firmato a Parigi il 18 aprile 1951 ed entrò in vigore il 23 luglio 1952. Il trattato è rimasto valido per 50 anni fino al 2002 quando la CECA divenne parte dell’Unione europea.

Nasce la Gioventù Federalista Europea

La Gioventù Federalista Europea (GFE) fondata nel 1951 a Roma è la sezione italiana degli Jeunes Européens Fédéralistes (JEF) e il gruppo giovanile del Movimento Federalista Europeo (MFE).

1954

La lotta per la Comunità Europea di Difesa

Sul modello della CECA, Jean Monnet e René Pleven proposero la creazione di esercito comune europeo sotto il comando di un ministro della difesa europeo. Il piano presentato venne integrato dal contributo del governo italiano, allora guidato da Alcide de Gasperi. Altiero Spinelli e le forze federaliste riuscirono a influenzare l’opinione del governo italiano il quale propose che accanto al processo di integrazione degli eserciti si creasse anche una vera Comunità Politica Europea. Questo passo avrebbe portato alla realizzazione in tempi brevi dell’unione federale dell’Europa. Purtroppo il progetto fallì a causa delle resistenze francese che portarono alla bocciatura della CED nel 1954.

1957

Trattati di Roma:
Nasce il mercato unico europeo

I governi europei ripiegarono con il Trattato di Roma (25 marzo 1957) sulla creazione del Mercato comune, guidati dalla convinzione che l’integrazione economica fosse un passo necessario sulla strada dell’unificazione politica.

1972

Nasce la JEF Europe

Les Jeunes Européens Fédéralistes costituiscono un movimento politico apartitico senza fini di lucro, meglio conosciuto con l’acronimo JEF. Rappresenta la sezione giovanile della Union of European Federalists, e il tesseramento è aperto a tutte le persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni.

1979

Le prime elezioni europee

Dal 1952 si riuniva a Strasburgo un’assemblea consultiva (priva dei poteri legislativi) di pochi parlamentari nominati all’interno dei parlamenti nazionali dei Stati membri della CECA. Nel 1962 mutò nome in Parlamento europeo (PE).

Il 20 settembre 1976 il Consiglio europeo decide di rendere il PE eleggibile a suffragio universale diretto, quindi non più per mezzo dei parlamentari nazionali.

Le prime elezioni vengono celebrate nel giugno 1979. Simone Veil diventa il primo Presidente eletto del PE.

Una conquista del nostro Movimento

A partire dal 1967 il MFE concentrò il proprio impegno nella lotta per l’elezione diretta del Parlamento europeo (PE), intesa come tappa intermedia per giungere alla costituente europea. Il MFE organizzò una consistente mobilitazione popolare intorno all’elezione diretta dei rappresentanti italiani nel PE: raccolse le firme necessarie per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare e organizzò diverse manifestazioni per la causa. 

1985

Accordo di Schengen

L’accordo di Schengen è un trattato internazionale firmato a Schengen il 14 giugno 1985 tra Benelux, Germania Ovest e Francia, che prevedeva la creazione di uno spazio comune, tramite una progressiva eliminazione dei controlli alle frontiere comuni tra i cinque Stati interessati, sia delle merci sia delle persone.

1986

Atto unico europeo

L’atto unico europeo è l’accordo consolidato che ha emendato i trattati di Roma del 1957. È stato firmato il 17 febbraio 1986 a Lussemburgo ed è entrato in vigore il 1º luglio 1987. Fu elaborato per andare incontro a due necessità improrogabili: completare la costruzione del mercato libero interno, ormai al palo dopo le crisi economiche degli anni Settanta e avviare un primo embrione di Unione politica.

Il progetto del trattato Spinelli

Subito dopo l’elezione diretta del PE si sviluppò un’azione combinata fra Spinelli, membro del PE dal 1976, e i federalisti per mobilitare un vasto consenso intorno all’iniziativa del PE per una rifondazione delle Comunità. Spinelli, assieme a un piccolo gruppo di parlamentari riuniti nel Club del Coccodrillo, riuscì ad impegnare l’intero Parlamento nella elaborazione di un nuovo Trattato che prevedeva la trasformazione delle Comunità in una federazione.

L’impegno del MFE ebbe uno dei sui momenti più alto nella manifestazione di Milano del 28-29 giugno 1985 in cui parteciparono 100.000 persone provenienti da tutta l’Europa, in occasione del Consiglio europeo che convocò la Conferenza intergovernativa che redasse l’Atto unico europeo. 

1989

Liberazione d’Europa dai regimi comunisti

Nel autunno 1989, un’ondata rivoluzionaria avvenuta nell’Europa Centrale ed Orientale portò diversi regimi comunisti alla rovescia nel giro di pochi mesi. Il processo pacifico di democratizzazione iniziò in Polonia e si espanse nella Germania Est, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria, Estonia, Lituania e Lettonia. Tutti questi stati cominciarono presto il processo d’integrazione con la Europa occidentale.

1992

Trattato di Maastricht

Il Trattato sull’Unione europea (TUE) firmato il 7 febbraio 1992 a Maastricht nei Paesi Bassi ed entrato in vigore il 1º novembre 1993, definisce i cosiddetti tre pilastri dell’Unione europea, fissando anche le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l’ingresso dei vari Stati aderenti nella suddetta Unione.

A norma del trattato, l’Unione è fondata sulle Comunità europee (primo pilastro), integrate da due altri ambiti di cooperazione (secondo e terzo pilastro): la politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la giustizia e affari interni (GAI).

Un’altra conquista dei federalisti

Due eventi importanti furono le manifestazioni federaliste che ebbero luogo a Roma in occasione dei Consigli europei del 1990.

1993

Criteri di Copenhagen

I criteri di Copenaghen stabiliscono i parametri che uno stato candidato all’Unione europea deve rispettare. Pur dando seguito a princìpi già emersi in occasione del precedenti allargamenti, furono definiti nel corso del Consiglio europeo di Copenaghen tenutosi nel 1993, con in mente, all’epoca, l’idea di regolamentare l’allargamento dell’Unione europea verso i paesi dell’Europa dell’est, appena liberati dei regimi autoritari comunisti.

Princìpi dell’Europa unità

I criteri politici richiedono la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela mentre i criteri economici richiedono esistenza di un’economia di mercato funzionante e capacità di far fronte alle forze del mercato e alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione Europea.

1997

Trattato di Amsterdam

Nel marzo 1996 a Torino si apre la conferenza intergovernativa per la revisione del trattato sull’Unione europea, da cui ne risulterà il successivo trattato di Amsterdam, che sarà uno dei primi tentativi di riformare l’UE in vista dell’allargamento. È con il trattato di Amsterdam che Il Parlamento ha acquisisce il diritto di approvare la nomina del Presidente della Commissione. Il trattato viene firmato il 2 ottobre 1997 ed entra in vigore dal 1º maggio 1999.

Federalisti sempre presenti

I federalisti scendono in piazza in occasione dei Consigli europei di Torino del 29 marzo 1996 e di Firenze del 22 giugno 1996.

2000

Carta di Nizza

La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (CDFUE) è stata solennemente proclamata il 7 dicembre 2000 a Nizza. Prima della sua approvazione la tutela dei diritti fondamentali era rimasta competenza della giurisprudenza della Corte di Giustizia, che già dal 1969, afferma che i diritti fondamentali “fanno parte dei principi generali del diritto comunitario, di cui la Corte garantisce l’osservanza”.

2002

L’Euro entra in circolazione

L’unione economica e monetaria dell’Unione europea venne sancita con l’adozione di una moneta unica europea, l’euro, in.sostituzione delle rispettive valute nazionali da parte degli Stati membri dell’Unione Europea, con una politica monetaria comune sotto il controllo della Banca Centrale Europea (BCE), dando vita alla cosiddetta eurozona. Gli Stati membri delegano dunque la propria sovranità monetaria e con essa la politica monetaria all’Unione, mantenendo invece la “sovranità politica” (politica interna) con i rispettivi parlamenti e governi nazionali. Anche le politiche economiche di ciascuno stato (politica di bilancio, politica fiscale e politica industriale), coordinate tra loro per alcuni aspetti attraverso l’Unione, rimangono per buona parte ancora prerogative degli stati (ad eccezione della politica agricola comune).

Un sogno federalista diventa una realtà

La proposta di una moneta unica europea era già stata avanzata dal MFE negli anni Settanta, quando si era posto il problema dell’incompatibilità tra l’avanzamento del mercato unico e il permanere di un sistema di monete nazionali, e successivamente era stata rinnovata durante le crisi ricorrenti dei sistemi di controllo dei cambi (il serpente monetario negli anni ’70 e l’ECU negli anni ’80).

2007

Trattato di Lisbona

Dopo l’introduzione dell’euro e in vista dell’ingresso dei Paesi dell’est Europa, il 15 dicembre 2001 il Consiglio europeo propose di convocare una Convenzione europea per la redazione di una costituzione. Tuttavia il progetto fallì, per via degli esiti negativi nei referendum popolari in Francia e in Olanda. In seguito, fu firmato il Trattato di Lisbona.

La lotta continua

I federalisti, pur considerando deludenti i risultati della Convenzione, si schierarono a favore del nuovo Trattato costituzionale.
Il fallimento che ne seguì, fino all’approvazione del Trattato di Lisbona, fecero entrare il processo di integrazione in una fase di stasi, ma i federalisti ben sapevano che la disputa non era affatto risolta.

2012

Premio Nobel per la pace

Nell’ottobre 2012 il Premio Nobel per la Pace fu assegnato all’Unione europea “per aver contribuito lungo sei decenni all’avanzamento di pace, riconciliazione, democrazia e diritti umani in Europa”.

Federalismo e pacifismo

In ossequio alla visione kantiana di una Pace perpetua, il federalismo pone la pace come suo valore cardine, e la costruzione di un sistema istituzionale federale, con livelli di governo “indipendenti e coordinati”, l’unica garanzia di una vera pace. L’Unione europea, nonostante non abbia ancora compiuto del tutto il suo processo verso la formazione di un’Europa federale, ha effettivamente garantito la pace in Europa costruendo istituzioni comuni.

2016

Referendum su Brexit

La vittoria del Leave al referendum del 23 giugno 2016 nel Regno unito ha segnato un momento unico nella storia del processo di integrazione: per la prima volta uno Stato membro ha deciso di lasciare l’Ue. Tale uscita, però, è avvenuta solo il 31 gennaio 2020, dopo quattro anni che hanno bloccato la politica UK e visto le più grandi manifestazioni della storia a favore dell’integrazione europea. 

Federalismo contro nazionalismi

Il referendum su Brexit ha segnato clou dell’ascesa del ritorno del nazionalismo in Europa negli ultimi anni. In risposta a questa tendenza, i federalisti hanno organizzato, in occasione del Vertice europeo che si è tenuto il 25 marzo 2017 a ricordo del 60° anniversario dei Trattati di Roma, una March for Europe fino al Colosseo, che ha raccolto all’incirca ventimila persone.

Nel 2017, gli esiti delle elezioni in Olanda, Francia e Germania rappresentano una frenata dell’avanzata nazionalista.

2020

Conferenza sul futuro dell’Europa

Nel suo primo discorso al Parlamento europeo del 16 luglio 2019, la Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ha proposto di convocare una Conferenza sul futuro dell’Europa dal 2020 al 2022, per discutere fra istituzioni europee e nazionali, cittadini e società civile come l’Ue possa affrontare le sfide dei prossimi anni.

2022

La guerra torna in Europa

Con l’aggressione russa in Ucraina, la guerra ritorna in Europa. La Gioventù Federalista Europea, che da sempre si batte per la pace e la giustizia, promuove azioni di solidarietà e supporto concreto verso la popolazione ucraina ma riconosce come questo non basti.

 Perché l’Europa sia bussola per il futuro, serve un’unione politica, una difesa comune e un’autonomia strategica a livello europeo sul piano energetico e industriale.

I risultati della Conferenza e il domani

La Conferenza sul Futuro dell’Europa vede uno straordinario impegno da parte dei militanti federalisti. Sulla piattaforma digitale, le idee di GFE, MFE, JEF e UEF ottengono un grande successo (in particolare Stronger together: A democratic European Federation, Making the EU budget work for Europeans: a Fiscal Union e Acting as one: EU as a global actor), sul territorio, le attività delle sezioni, principalmente legate alla campagna MFE “100 assemblee cittadine per l’Europa federale” e al progetto JEF “Next Chapter Europe” coinvolgono migliaia di cittadini.

Con lo sguardo rivolto al domani, la GFE marcia insieme agli altri giovani federalisti europei per le strade di Strasburgo fino al Parlamento europeo, chiedendo alle Istituzioni di dare ascolto a quanto emerso dalla Conferenza e aprire il cantiere della riforma dei Trattati.

La guerra torna in Europa

Con l’aggressione russa in Ucraina, la guerra ritorna in Europa. La Gioventù Federalista Europea, che da sempre si batte per la pace e la giustizia, promuove azioni di solidarietà e supporto concreto verso la popolazione ucraina ma riconosce come questo non basti.

 Perché l’Europa sia bussola per il futuro, serve un’unione politica, una difesa comune e un’autonomia strategica a livello europeo sul piano energetico e industriale.

2022

I risultati della Conferenza e il domani

La Conferenza sul Futuro dell’Europa vede uno straordinario impegno da parte dei militanti federalisti. Sulla piattaforma digitale, le idee di GFE, MFE, JEF e UEF ottengono un grande successo (in particolare Stronger together: A democratic European Federation, Making the EU budget work for Europeans: a Fiscal Union e Acting as one: EU as a global actor), sul territorio, le attività delle sezioni, principalmente legate alla campagna MFE “100 assemblee cittadine per l’Europa federale” e al progetto JEF “Next Chapter Europe” coinvolgono migliaia di cittadini.

Con lo sguardo rivolto al domani, la GFE marcia insieme agli altri giovani federalisti europei per le strade di Strasburgo fino al Parlamento europeo, chiedendo alle Istituzioni di dare ascolto a quanto emerso dalla Conferenza e aprire il cantiere della riforma dei Trattati.

olga osuchowska

olga.osu@icloud.com

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