Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione europea (SOTEU), Ursula von der Leyen non è stata abbastanza ambiziosa nel mostrare un modello alternativo al ritorno dei nazionalismi che sappia rispondere ai bisogni dei cittadini ed alle sfide del nostro tempo. Essere realmente coraggiosi vuol dire oggi impegnarsi per la costruzione di un’unione politica e federale, fondata su valori fondamentali comuni, per un futuro sostenibile, equo e democratico.
La politica industriale, al centro del discorso, insieme alla necessità di una giusta transizione, necessita innanzitutto di un’unione fiscale. Senza un bilancio UE autonomo, gli investimenti e le agevolazioni citate nel discorso, per un sistema industriale europeo stabile e digitalizzato, saranno semplicemente insufficienti.
Mentre la Presidente della Commissione ha chiesto di continuare ad essere solidali verso l’Ucraina insistendo sull’importanza di un approccio commerciale globale equo, è mancato un chiaro riferimento a una politica estera comune che sia in grado di presentare in modo efficace il modello europeo fondato sulla cooperazione e il multilateralismo nel mondo.
In un’Europa che dovrebbe essere portavoce di diversità e di diritti, la Presidente della Commissione ha parlato di migrazione come di un problema da gestire, concentrandosi solo sulla lotta ai trafficanti, omettendo la necessità di smantellare un sistema disumanizzante e l’urgenza di una riforma strutturale che vada oltre i patti intergovernativi e l’esternalizzazione. Se i valori europei muoiono alle frontiere dell’UE, il progetto europeo tradirà le sue stesse promesse cosmopolite.
Sono mancate, infine, proposte ambiziose in tema di politiche sociali e stato di diritto per far sì che, ovunque nell’Unione, da Lisbona a Varsavia, siano garantite le stesse opportunità.
La GFE accoglie con favore l’impegno assunto durante il SOTEU verso l’allargamento e la riforma dell’UE. Progressi concreti per tutti i Paesi che si preparano a far parte dell’Unione saranno fondamentali, ma solo se accompagnati dal lancio immediato del processo di riforma dei Trattati che definisca una vera democrazia europea.
È ora di prendere posizione per ridare la speranza di un futuro ai cittadini europei e alle prossime generazioni sostenendo il Parlamento europeo nelle sue proposte di riforma e contribuendo alla costruzione di una vera unione politica e federale.
Elezioni europee: le candidature spot dei leader di partito mancano di rispetto al Parlamento europeo
La Gioventù Federalista Europea esprime con fermezza la propria opposizione alle candidature spot dei leader di partito alle elezioni europee. Questa tendenza, sempre più diffusa, è una mancanza di rispetto verso il Parlamento europeo, l’unica Istituzione dell’Unione europea direttamente eletta dai cittadini, e riduce un momento cruciale di democrazia a un mero sondaggio elettorale.
Le elezioni europee, conquistate nel 1979, devono essere un momento di celebrazione della democrazia, un’opportunità per i cittadini di esprimere la propria volontà e costruire il futuro dell’Europa, non un sondaggio o uno scontro di personalità.