Durante il discorso sullo stato dell’Unione (SOTEU), la presidente Ursula von der Leyen ha fatto il punto sulle sfide politiche dell’ultimo anno e ha delineato le proposte della Commissione europea per i prossimi mesi. Speravamo di sentire idee che andassero al di là della mera gestione delle crisi e, sebbene siano emerse alcune buone proposte, purtroppo la maggior parte risulta di portata troppo limitata per affrontare le sfide dell’Europa nel lungo periodo.
La presidente von der Leyen ha giustamente sottolineato che l’UE ha bisogno di nuove risorse proprie per sostenere la ripresa economica. Tuttavia, questa iniziativa non può essere limitata a soluzioni una tantum: l’UE deve avere la capacità permanente di finanziarsi in modo autonomo anche al di là del programma “Next Generation EU”. Solo un’Unione fiscale può garantire che l’Europa sia in grado di rispondere efficacemente alle necessità dei suoi cittadini.
Anche se la centralità dei valori europei è stata richiamata in più passaggi, è stata accompagnata soltanto da un impegno ad emettere “raccomandazioni” a quegli Stati membri che violano lo stato di diritto. La formulazione vaga della presidente ha, ad esempio, eluso il fatto che la Commissione non ha ancora iniziato ad attuare il regolamento sulla condizionalità dello stato di diritto adottato a gennaio, ignorando l’importanza globale che ha l’Europa nella difesa di democrazia, stato di diritto e diritti fondamentali.
Avremmo voluto sentire un discorso all’altezza di un’Unione finalmente capace di assumere un ruolo globale. Che si tratti della Bielorussia o dell’Afghanistan, le dichiarazioni della von der Leyen sono semplicemente dei duplicati di quelle del Consiglio europeo. La nostra presidente dovrebbe rappresentare un comune interesse europeo e non la mera somma delle posizioni degli Stati membri sulla scena mondiale. Ciò richiede una politica estera e di difesa unica, solidamente fondata sui valori dell’UE, in cui l’Unione possa intraprendere realmente azioni decisive a sostegno della popolazione della Bielorussia, dell’Afghanistan e di tutti coloro che chiedono aiuto all’Europa.
Nonostante alcune ottime proposte che condividiamo, a partire da “ALMA” e dalla proclamazione dell’anno europeo della gioventù, la von der Leyen non è riuscita ad indicare la strada per un’Europa più unita e democratica. La Conferenza sul futuro dell’Europa (CoFoE) è stata menzionata solo di sfuggita, nonostante stia entrando nella sua fase cruciale incentrata sui cittadini. Sembra che si continui a far finta che non sia necessaria una riforma istituzionale federale dell’Unione per raggiungere gli obiettivi – anche minimi – elencati dalla stessa Presidente in questa e altre occasioni.
Noi federalisti siamo convinti che le ambizioni del progetto europeo non siano realizzabili a trattati costanti a causa dei limiti oggettivi che ostacolano anche il raggiungimento degli obiettivi elencati dalla stessa Presidente in questa e altre occasioni. Al contrario, sembra che si continui a far finta che non sia necessaria una riforma istituzionale dell’Unione quando invece dovrebbe essere la priorità politica di questa legislatura.
Roma, 18 settembre 2021