Benché tardiva, è arrivata una risposta europea agli atti criminali compiuti da Israele nella Striscia di Gaza. Il Consiglio dell’Unione europea, nella sua composizione Affari esteri, ha infatti votato a maggio a larga maggioranza la proposta di rivedere l’accordo di associazione con Israele, siglato nel 1995, per la sua condotta “inaccettabile” – e non ancora definita direttamente genocidaria – nei territori palestinesi.
Come Gioventù Federalista Europea, accogliamo con favore il fatto che l’Unione si sia finalmente espressa sulla questione. Tuttavia, non possiamo che rammaricarci del fatto che questa presa di posizione del Consiglio giunga in risposta non alle minacce israeliane di deportazioni di massa della popolazione palestinese, né al blocco degli aiuti umanitari che sta causando una carestia di proporzioni drammatiche nella Striscia, bensì solo dopo che l’esercito israeliano ha aperto il fuoco in aria contro diplomatici europei. Un gesto che pare suggerire una differenziazione tra vite meritevoli di tutela e vite sacrificabili.
È inoltre inammissibile che, dopo oltre venti mesi di conflitto segnati da innumerevoli crimini di guerra attribuiti al Governo israeliano – che hanno causato direttamente la morte di almeno 60.000 persone e condannato molte altre alla fame, alla mancanza di cure mediche, al suicidio e alla deportazione forzata – ben nove Stati membri, tra cui l’Italia, abbiano votato contro una misura che resta comunque blanda, non prevedendo sanzioni concrete nei confronti di Israele, bensì la sola volontà di aprire la revisione dell’accordo.
L’Unione europea è oggi l’unica comunità politica al mondo che abbia un interesse strutturale nell’affermazione di un ordine internazionale fondato sul diritto internazionale e su Istituzioni multilaterali che siano garanti della pace mondiale. Per questo, ha una responsabilità storica: uscire dall’immobilismo, rilanciare il progetto di un’unione federale e promuovere una politica estera unica, autonoma, coerente e all’altezza dei propri valori costitutivi, a partire da un’iniziativa credibile per la pace in Medio Oriente.
Oggi più che mai, i Governi europei devono agire in modo coordinato per garantire assistenza umanitaria alla popolazione civile, condannare gli autori dei crimini di guerra, ottenere un cessate il fuoco permanente e porre le basi per un processo di pace duraturo. Ma solo un’azione pienamente europea, capace di superare le divisioni nazionali, potrà rendere l’Unione protagonista della costruzione di un nuovo ordine in Medio Oriente, fondato su Istituzioni comuni e sul superamento della logica della sovranità assoluta.
La risposta dell’Unione europea su Gaza è tardiva, timida e incompleta, ora serve un’iniziativa politica all’altezza dei nostri valori
Benché tardiva, è arrivata una risposta europea agli atti criminali commessi da Israele a Gaza. Accogliamo con favore questa presa di posizione, ma ci rammarichiamo che sia arrivata solo dopo un attacco ai diplomatici europei, e non davanti alla tragedia umanitaria in corso.
L’Unione europea è oggi l’unica comunità politica al mondo che abbia interesse nell’affermazione di un ordine internazionale fondato sul diritto internazionale e su Istituzioni multilaterali garanti della pace. Solo un’azione pienamente europea potrà rendere l’Unione protagonista della costruzione di un nuovo ordine in Medio Oriente, fondato sul superamento della logica della sovranità assoluta.