Dopo l’accordo raggiunto dal Consiglio europeo si apra la strada ad una profonda riforma politica dell’UE

CONDIVIDI SU
Condividi su facebook
Condividi su linkedin
Condividi su twitter
Condividi su telegram
Condividi su whatsapp
Condividi su email

Non possiamo che accogliere con favore il fatto che dopo quattro giorni di durissima trattativa i Governi nazionali all’interno del Consiglio europeo abbiano trovato un accordo sulle misure per varare il nuovo Fondo proposto dalla Commissione europea, Next Generation EU. Il Fondo mantiene la sua portata ambiziosa, con una dimensione capace di dare risposte concrete a questa crisi gravissima, orientando fortemente la ripresa verso il piano di riconversione ecologica. Si stabilisce il fatto che l’UE si finanzi emettendo debito comune garantito dal bilancio comunitario, e anche il tema cruciale delle risorse proprie è ormai sul tappeto. Infine i tempi erano – e sono – un elemento decisivo per impostare il successo del Fondo. Chiudere a metà luglio era davvero necessario e non riuscirci avrebbe trasmesso un messaggio devastante ai cittadini e al resto del mondo.

Ci sono tuttavia molte ombre in questo accordo che vanno evidenziate. Il Quadro finanziario pluriennale è stato in parte la vittima di questo compromesso, ed è stato fortemente ridimensionato rispetto alle indicazioni del Parlamento europeo e alle proposte della Commissione. Pesano soprattutto il taglio ai programmi come EU4HEALTH, come HORIZON per la ricerca, lo stesso Just Transition Fund e le risorse per l’azione esterna e la politica migratoria, mentre l’ammorbidimento della condizionalità sullo Stato di diritto è una debolezza che dispiace particolarmente e che andrà sanata con proposte puntuali a breve.

Le vicende del Consiglio europeo di questi giorni hanno soprattutto dimostrato che le criticità nell’UE nascono dal sistema decisionale, totalmente inadeguato. Se l’UE vuole essere una comunità di destino e se vuole avere una presenza autorevole nel mondo non può rimanere prigioniera di meccanismi intergovernativi che cercano di ridurla ad una somma di Stati nazionali. Finché non si dota l’UE di autonomia fiscale e possibilità di azione diretta, il diritto di veto di ciascuno Stato membro, e la priorità per ciascun governo di agire in nome dell’interesse del proprio Paese prima che di quello comune, non saranno mai eliminati, nei fatti prima ancora che di diritto.

E’ arrivato pertanto il momento di riaprire il cantiere dei Trattati e di sostenere con forza le riforme politico-istituzionali che permettano innanzitutto:

  • di dotare l’Unione europea della competenza fiscale, di modo che le nuove risorse proprie dell’Unione vengano valutate, raccolte – dopo essere state decise a maggioranza direttamente dal Parlamento e dal Consiglio, con un potere diretto che abolisca il passaggio delle ratifiche nazionali –, e gestite a livello europeo, coerentemente alle priorità politiche e strategiche individuate dalla Commissione. La creazione di una porzione di bilancio federale è una condizione necessaria sia per rendere strutturale il nuovo approccio europeo, sia per liberare l’UE dal giogo dei veti nazionali;
  • di avviare il percorso verso l’unione politica attraverso una profonda riforma dell’Unione europea, indirizzando in questo senso la Conferenza sul futuro dell’Europa che auspichiamo possa iniziare al più presto.

Questo Consiglio ha anche confermato che alcuni Paesi, per quanto minoritari, faticano a condividere la svolta europea e vorrebbero bloccarla, restando legati all’attuale modello intergovernativo. Questi Paesi non devono costituire un alibi per fermare il cambiamento e il rafforzamento dell’Unione europea. L’Italia abbia lo stesso coraggio e la stessa capacità mostrata in questi negoziati. Come recitava il Memorandum al governo italiano inviato in occasione del Consiglio europeo del 23 aprile e firmato da oltre 50 parlamentari insieme anche ad alcuni membri del governo, l’Italia chiami a raccolta gli altri Paesi che condividono l’ambizione di un’Europa capace di agire nel mondo nuovo e cerchi il sostegno delle istituzioni comunitarie, a partire dal Parlamento europeo e dalla stessa Commissione, e si faccia protagonista della svolta europea nel solco della tradizione di Luigi Einaudi, Alcide De Gasperi, Altiero Spinelli.

Comunicato Stampa congiunto tra il Movimento Federalista Europeo, la Gioventù Federalista Europea, gli Integruppi Parlamentari federalisti alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica, la Rete paneuropea di parlamentari per Next Generation EU

CONDIVIDI
Condividi su facebook
Condividi su linkedin
Condividi su twitter
Condividi su telegram
Condividi su whatsapp
Condividi su email
ALTRI ARTICOLI

Festa dell’Europa che c’è: un punto di partenza, non un punto di arrivo

Il 9 maggio di ogni anno, la Gioventù Federalista Europea festeggia la Festa dell’Europa, l’anniversario del giorno in cui, dalle ceneri della Seconda guerra mondiale, emerse un progetto destinato a entrare nella storia, quello dell’unità europea.
Ma se festeggiamo ciò che è stato costruito, non possiamo esimerci dal denunciare, con forza, ciò che manca. Perché l’Europa che vogliamo – e che ci serve – è ancora incompiuta.

Contro nazionalismi e guerre: dopo ottanta 25 aprile, la Resistenza continua

Oggi, 25 aprile 2025, celebriamo l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Lo facciamo con lo spirito di chi non si limita alla memoria, ma agisce per dare un futuro a quegli ideali. Perché se la guerra distrugge, la pace va costruita; se i nazionalismi minano i diritti, la democrazia va difesa. Ed è questo, oggi come allora, il compito dei federalisti.
La Resistenza al nazifascismo fu un atto di rottura e di speranza. Finché unità e pace non saranno raggiunte, la Resistenza continuerà.

Verso una nuova Piazza per l’Europa: il 6 aprile a Bologna per difendere l’ideale dell’unità europea

Solo uniti gli Europei possono contrastare l’ondata delle autocrazie nazionaliste e salvare i propri valori: libertà, democrazia, giustizia, solidarietà, un modello nuovo di convivenza tra i popoli, fondato sull’unità e la vera pace nella libertà.
Per questo motivo, rispondiamo alla chiamata del Sindaco di Bologna Matteo Lepore e della Sindaca di Firenze Sara Funaro e saremo presenti questa domenica 6 aprile alle ore 15:00 in Piazza Nettuno a Bologna, per fare sentire ancora una volta la nostra voce!

Non aumentare ma unire: la strategia corretta sugli armamenti per garantire sicurezza all’Europa

Di fronte al disimpegno degli Stati Uniti in Ucraina, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha proposto un piano in cinque punti per riarmare l’Europa e proseguire il sostegno a Kyiv.
Se l’obiettivo è la sicurezza dell’Europa intera e unita, è fondamentale che la risposta non sia solo quella di un rafforzamento delle singole capacità nazionali, ma l’integrazione e la creazione di una vera politica di difesa comune. Non basta coordinare le forze armate nazionali, è necessaria la creazione di un esercito europeo, pronto ad affrontare le sfide di un mondo sempre più frammentato e instabile. Non serve aumentare gli armamenti, serve unire.

L’Ucraina resiste da tre anni, l’Europa ha ancora il coraggio di esistere?

All’alba del 24 febbraio 2022, la Russia scatenava un’invasione su larga scala contro l’Ucraina, riportando il flagello della guerra sul continente europeo e minando le fondamenta della sicurezza e della stabilità internazionale. Tre anni più tardi, l’Europa rischia di essere tagliata fuori dalle trattative che delineeranno il futuro della regione, e con lei la possibilità di una pace giusta e duratura.
Come Gioventù Federalista Europea ribadiamo con fermezza il nostro pieno sostegno all’Ucraina e al suo popolo. Inoltre, chiediamo alle Istituzioni europee di assumersi le proprie responsabilità e di riconoscere il bivio che si trovano ad affrontare: emanciparsi o soccombere.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Cliccando “INVIA” acconsenti che il tuo indirizzo e-mail qui fornito venga trattato dall’associazione Gioventù Federalista Europea – JEF Italy nelle modalità previste dalla Privacy Policy

olga osuchowska

olga.osu@icloud.com

olga osuchowska

olga.osu@icloud.com