Oggi, 25 aprile 2025, celebriamo l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Lo facciamo con lo spirito di chi non si limita alla memoria, ma agisce per dare un futuro a quegli ideali. Perché se la guerra distrugge, la pace va costruita; se i nazionalismi minano i diritti, la democrazia va difesa. Ed è questo, oggi come allora, il compito dei federalisti.
Il 25 aprile è una data di straordinaria importanza per ogni federalista: rappresenta la vittoria della libertà sull’oppressione, sul nazionalismo, sulle dittature. È il punto di partenza di quell’Europa nuova, libera e unita, immaginata da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni nel Manifesto di Ventotene, scritto al confino politico durante la guerra. Non è solo una ricorrenza del passato, ma un richiamo presente e vivo all’impegno contro ogni forma di totalitarismo, in Europa e nel mondo.
Oggi come ieri, infatti, i nazionalismi continuano a generare conflitti, divisioni, repressioni di diritti e libertà. E oggi come ieri, il nostro compito è quello della Resistenza: una Resistenza politica e ideale, che si fonda sulla costruzione di un ordine internazionale giusto, democratico e federale e sulla difesa dei valori democratici fondanti della nostra società.
Il nazionalismo a cui assistiamo si manifesta su due fronti: all’esterno con l’imperialismo, che interpreta l’ordine mondiale come un’arena di potenze antagoniste in perenne competizione; all’interno con i rigurgiti neofascisti, che restringono lo spazio democratico e i diritti di cittadini e cittadine.
L’invasione russa dell’Ucraina, il genocidio in Palestina, il massacro in Medio Oriente, gli oltre cinquanta conflitti armati che coinvolgono più di novanta Paesi nel mondo sono il sintomo evidente del fallimento dell’attuale sistema internazionale. Le Istituzioni multilaterali sono in crisi, incapaci di fermare le stragi. L’Europa, debole e frammentata nei suoi Stati, resta troppo spesso spettatrice impotente.
Nel frattempo, in Europa e nel mondo, sempre più Governi mostrano apertamente il proprio volto autoritario e antidemocratico, riproponendo dinamiche che ricordano i capitoli più oscuri della storia europea, quelli dei regimi nazifascisti. Basti vedere le restrizioni alle libertà di manifestazione, di espressione, di stampa, gli attacchi allo Stato di diritto e all’indipendenza delle Istituzioni, la negazione dei diritti riproduttivi e sessuali delle donne, le repressioni e violenze ai danni delle minoranze.
Nella sua dichiarazione del 9 maggio 1950, che diede vita al processo di integrazione europea, Robert Schuman diceva che “Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche”. Ma questa Europa potrà esistere solamente nella piena convinzione e accettazione della sua natura democratica, antifascista e antimperialista – così come indicato nel Manifesto di Ventotene.
L’Europa deve quindi tradursi in quella prospettiva federale di emancipazione e pacificazione, basata sul rifiuto radicale del nazionalismo, ideologia che divide l’umanità in blocchi in conflitto. La Resistenza al nazifascismo fu un atto di rottura e di speranza. Finché unità e pace non saranno raggiunte, la Resistenza continuerà.
Contro nazionalismi e guerre: dopo ottanta 25 aprile, la Resistenza continua
Oggi, 25 aprile 2025, celebriamo l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Lo facciamo con lo spirito di chi non si limita alla memoria, ma agisce per dare un futuro a quegli ideali. Perché se la guerra distrugge, la pace va costruita; se i nazionalismi minano i diritti, la democrazia va difesa. Ed è questo, oggi come allora, il compito dei federalisti.
La Resistenza al nazifascismo fu un atto di rottura e di speranza. Finché unità e pace non saranno raggiunte, la Resistenza continuerà.