Sedici tra le principali associazioni italiane non-partitiche siglano un impegno comune in vista delle prossime elezioni europee. Per affrontare efficacemente le crisi strutturali del nostro tempo, serve un’Unione europea più democratica, giusta e sostenibile: una nuova Europa che guardi al progetto dei padri fondatori e delle madri fondatrici
La crisi dell’attuale Unione europea
L’Europa di oggi è nata tra le frontiere di Stati in perenne guerra tra loro, che hanno deciso di iniziare ad abbattere quelle barriere solo dopo l’ultimo conflitto mondiale, affrontando il proprio passato e le proprie responsabilità storiche per poter guardare con nuova fiducia al futuro. Parafrasando il sociologo Abdelamek Sayad, ciò che accade alle frontiere di una comunità è lo specchio delle contraddizioni più profonde di una società, della sua organizzazione politica e delle sue relazioni con le altre società. Quelle frontiere che un tempo passavano per Verdun e la Somme, oggi si trovano altrove: a Lampedusa, a Pylos, a Cutro, a Kiev e tra vincitori e vinti della globalizzazione, sempre più definita dalla spaccatura tra centri economico-sociali e periferie. Le contraddizioni vive che definiscono queste nuove “frontiere” vanno quindi affrontate, per ritrovare l’obiettivo e lo spirito originario del progetto europeo.
Nel decimo anniversario del naufragio di Lampedusa, la nostra riflessione parte dalle risposte che l’UE e i governi stanno dando al fenomeno migratorio. Un fenomeno strutturale nella storia dell’Umanità e non una crisi contingente, che ci costringe a scegliere chi essere come europei di fronte a quello che l’ONU ha definito “il confine più mortale al mondo”, un confine di cui la nostra società è colpevole testimone mentre i diritti umani vengono calpestati e gli “apolidi del ventunesimo secolo” vengono lasciati annegare.
La migrazione rappresenta solo uno dei principali fenomeni verso i quali l’UE e gli Stati membri non sono in grado di offrire soluzioni strutturali, laddove ce ne sarebbe più bisogno. Ciò è dovuto a difetti fondamentali dell’attuale assetto istituzionale europeo, dominato dall’intergovernativismo, che risponde solo in modo emergenziale e il più delle volte quando è troppo tardi. Questo vale per le migrazioni, ma anche per altre crisi appena passate o in corso: dalla crisi economica e finanziaria alle violazioni della democrazia e dello Stato di diritto; dal cambiamento climatico al ritorno della guerra sul continente europeo.
Il senso di un impegno comune
La politica è lo specifico campo dell’attività umana in cui ciascuno può contribuire alla definizione dei grandi progetti di trasformazione della società e battersi per la loro realizzazione. Occorre quindi una nuova narrazione della lotta per il domani, che intercetti questa volontà di impegno oltre la crisi dei corpi intermedi e delle ideologie che caratterizza la contemporaneità. Come società civile attenta ai più giovani non possiamo fare a meno di pensare a quale futuro desiderare per l’Europa, la nostra Comunità.
Il compito che vogliamo darci è quello di fornire una risposta alle “retrotopie” nazionaliste, a chi predica il ritorno di un passato edulcorato additando come capri espiatori l’Unione europea, le persone migranti o le minoranze. Il progetto europeo è un tassello fondamentale nel processo di costruzione di un Governo democratico della globalizzazione. È una speranza di futuro possibile e alternativa al ritorno al passato e alla disillusione. Un futuro che non è passivamente da scoprire, ma da realizzare col nostro operato.
Una nuova Europa per una società che cambia
Noi, giovani europei ed europee crediamo che serva portare a termine il progetto di unità politica dell’Europa per affrontare le sfide decisive che abbiamo davanti, che le istituzioni europee e nazionali attuali non sono in grado di gestire. Crediamo infatti che il progetto europeo avrà un futuro solo se saranno completati alcuni obiettivi fondamentali:
- Una gestione europea dei fenomeni migratori, che tuteli la vita e la dignità della persona, contrastando la tratta di esseri umani gestita dalla criminalità organizzata e implementando le giuste misure di riconoscimento delle vittime dell’immigrazione;
- Istituzioni europee che garantiscano e rafforzino la democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani sul piano nazionale e sovranazionale;
- La realizzazione di una comunità politica dotata di adeguate risorse finanziarie e di un bilancio federale deciso in modo democratico e alimentato da risorse proprie, che permetta di realizzare a pieno il principio di sussidiarietà, insieme alla solidarietà territoriale e intergenerazionale;
- La previsione di nuovi strumenti politici e legislativi sul piano europeo per intervenire con risolutezza contro l’attività su scala internazionale delle organizzazioni criminali;
- Una politica estera unica e una difesa comune europea, per creare una comunità politica rafforzata e in grado di promuovere, in cooperazione con gli altri attori mondiali, la pace e il multilateralismo, attraverso la riforma e il rilancio delle istituzioni internazionali, a partire dall’ONU;
- L’implementazione e il consolidamento dell’esperienza partecipativa avviata con la Conferenza sul Futuro dell’Europa, stabilendo forme di dialogo sempre più continuo e strutturato all’interno dei processi democratici con la società civile, giovanile e non;
- Istituzioni europee capaci di favorire il contrasto alla crisi climatica e le sue conseguenze sull’ambiente e sulla vita umana, gestendo le conseguenze economiche e sociali derivanti da una necessaria e giusta transizione verde, attraverso una capacità fiscale europea a tutela del pilastro sociale e dell’autodeterminazione della persona.
In Europa, con lo European Green Deal e il piano Next Generation EU si sono realizzati dei passi avanti tali da poter affermare che si sta già formando il primo, chiaro, esempio di civiltà cosmopolita. Crediamo però che occorra agire con urgenza per costituire una vera unione politica democratica europea. Ciò passa necessariamente attraverso la riforma degli attuali trattati, come sostenuto nell’ambizioso progetto attualmente in discussione nel Parlamento Europeo.
L’Unione europea va intesa come promessa a venire per il mondo e l’integrazione rappresenta l’unico esempio mondiale di alternativa al concetto violento ed egemonico di “impero”. Rivela, inoltre, che una cittadinanza sovranazionale è possibile e che la costruzione di istituzioni comuni non opprime le identità nazionali, regionali e locali, ma anzi: le protegge e valorizza su più livelli.
Le prossime elezioni europee devono rappresentare un momento di rinnovamento, perché per affrontare e gestire le sfide del domani non è sufficiente limitarsi ad uno sterile dibattito nazionale. Per rispondere al fenomeno migratorio, per realizzare una transizione giusta e sostenibile, per difendere la pace e i valori su cui si fonda il progetto Europeo non basteranno piccole riforme, ma una chiara scelta di campo, verso una vera Europa federale.
Gioventù Federalista Europea
Associazione Piero Capone
Base Italia
Comitato 3 Ottobre
Erasmus Student Network
Eumans!
Europiamo
Fridays for Future Italia
Giovani delle Acli
Giovani Azione Cattolica
Legambiente
Movimento Europeo Giovani
Natura Comune
One Hour for Europe
StudiCentro
Youthmed