
La creazione di un’Unione politica capace di agire in maniera efficace contro i cambiamenti climatici e l’istituzione di una agenzia mondiale per il clima. Queste le due principali proposte con le quali la Gioventù Federalista Europea aderisce allo #strikeforclimate. Il 9 ottobre la GFE scenderà allora in piazza, partecipando alle manifestazioni promosse rilanciare la lotta contro i cambiamenti climatici.
La Commissione Europea ha messo la transizione ecologica tra le sue assolute priorità e ha continuato a chiedere ambizione e coraggio ai suoi stati membri.
Anche il Parlamento Europeo si sta impegnando in prima linea per un futuro sostenibile, come dimostra l’approvazione della European Climate Law, che contiene obiettivi ambiziosi, dalla riduzione del 60% delle emissioni entro il 2030 al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
A far da contraltare ci sono però, ancora una volta, i governi nazionali che, trincerati dietro un’idea illusoria di sovranità e forti dei propri diritti di veto, continuano a rallentare i processi decisionali e a forzare compromessi al ribasso.
Il tempo però stringe e la crisi causata dal Covid-19 ci ha ancora una volta ricordato quanto urgenti e necessarie siano delle soluzioni comuni, sia a livello europeo, che a livello globale.
Serve dunque un’Europa capace di raggiungere, al suo interno, gli obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale e che, allo stesso tempo, abbia la forza di agire da punto di riferimento nella lotta contro i cambiamenti climatici sulla scena mondiale.
La GFE chiede, dunque, una riforma in senso federale delle istituzioni europee, con lo scopo di creare una vera Unione politica, basata sui principi di sussidiarietà e solidarietà e dotata degli strumenti istituzionali per attuare, su tutti i livelli, le politiche necessarie alla transizione ecologica. Chiediamo insomma un’Europa capace di garantire un futuro più equo e sostenibile alle prossime generazioni. Chiediamo, inoltre, che le istituzioni Europee promuovano la creazione di un’Agenzia mondiale per il clima, che riunisca le organizzazioni internazionali già esistenti, ma che se ne distingua perché dotata di una propria sovranità settoriale. Essa sarà, dunque, capace di agire concretamente, al di là dei continui veti e compromessi al ribasso che caratterizzano i sistemi intergovernativi.
Roma, 8 ottobre 2020