La linea politica generale della GFE stabilita al XXIV Congresso nazionale

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Il XXIV Congresso nazionale della Gioventù Federalista Europea, riunito a Verona il 15/16/17 novembre 2019,

  • Osserva con preoccupazione che il sistema multilaterale tradizionale non è più in grado di governare la globalizzazione contemporanea. Tale assetto internazionale ormai un anacronismo che non fornisce neanche più l’illusione di superare l’attuale stato di anarchia internazionale nel mondo;
  • Osserva con preoccupazione l’inasprimento delle relazioni transatlantiche soprattutto per ciò che concerne l’ambito difensivo: l’ostilità dell’attuale amministrazione statunitense verso la nato e il suo atteggiamento erratico e inaffidabile nelle politiche di sicurezza minano l’impianto difensivo di tutto il continente europeo;
  • Osserva con preoccupazione che il mancato governo della Globalizzazione sta dando adito al ritorno di un nuovo nazionalismo, fondato su comunità etniche chiuse e xenofobe; la prima vittima di tale deriva sono la liberal-democrazia e tutto l’apparato di valori ed essa collegati;
  • Riconosce l’urgenza di trovare un rimedio efficace e strutturale alla crisi ambientale in cui versa oggi il mondo intero, e la necessità di considerarlo un tema prioritario a qualsiasi livello istituzionale;
  • Osserva con preoccupazione che l’Unione Europea sta vivendo una crisi strutturale dovuta in particolare alla sistemica incapacità di governare i fenomeni di un mondo globalizzato; ha compromesso la fiducia nelle istituzioni nazionali ed europee, sfociato in una crisi identitaria che sta mettendo in discussione non solo le basi politiche, ma anche quelle storico-valoriali dell’Unione e dei suoi Stati membri;
  • Condanna con forza le palesi violazioni dello stato di diritto all’interno dell’UE, in particolare in Ungheria e Polonia, e si esprime con forza contro i fenomeni di corruzione che attentano al funzionamento democratico di diversi Paesi europei;
  • Osserva con preoccupazione il perpetuarsi di gravi situazioni di diseguaglianza sociale in molti Stati Membri, unitamente alla manifesta inadeguatezza dei sistemi di Welfare nazionali in alcuni ambiti;
  • Deplora la mancanza di volontà politica da parte di alcuni governi nazionali di riformare il Regolamento di Dublino per dotare l’UE di efficaci strumenti nella gestione dei fenomeni migratori; tale mancanza ha lasciato spazio a retoriche xenofobe e ha lasciato accadere tragedie umanitarie che rendono il Mediterraneo il confine più mortale al mondo, secondo i dati di UNHCR;
  • Osserva con preoccupazione il proliferare di organizzazioni mafiose in tutto il continente e che, nonostante ciò, l’attenzione di istituzioni ed opinione pubblica europea sul tema è pressoché inesistente;
  • Riconosce la resilienza mostrata dall’Area Euro e dall’Unione Europea di fronte alle crisi sistemiche che l’hanno colpita negli ultimi anni, come evidenziato in particolare dalle trattative sul caso Brexit;
  • Sottolinea che, nonostante tale capacità di resilienza, l’Europa sta vivendo una vera e propria “crisi di civiltà”: il sistema degli stati nazionali, morente e appartenente al passato, non riesce ancora ad essere superato del tutto da un nuovo modello fondato sul principio di sussidiarietà, sulla solidarietà istituzionale, su un sistema di valori fondato sull’interculturalismo, sull’universalità dei diritti umani e una sovranità democratica multilivello; questo interregno dà dunque spazio alle crisi politiche e valoriali di cui si è detto in precedenza e ai rigurgiti del “cuore di tenebra” provenienti dal nostro passato, troppo spesso rimosso;
  • Osserva con preoccupazione la crescente diffusione a livello internazionale di una retorica politica basata sull’esaltazione del nazionalismo, razzismo e di alcune forme di autoritarismo; in particolare in Europa tale fenomeno rappresenta un pericoloso fattore disgregativo, in grado di logorare l’Unione e di minarne le fondamenta;
  • Osserva con preoccupazione il diffuso malcontento che caratterizza la società europea ed in particolare italiana, in perenne campagna elettorale ed incapace, negli ultimi anni, di dare al Paese una concreta visione di lungo periodo;
  • Afferma la necessità di una ripresa economica e sociale per affrontare efficacemente e con lungimiranza i problemi strutturali che la caratterizzano il nostro Paese; tale prospettiva non può che concretizzarsi tramite programmi politici che siano in grado di guardare al di là dei confini nazionali;
  • È convinta che, al giorno d’oggi, difendere lo status quo istituzionale dell’UE sia il miglior modo per rafforzare chi vuole distruggere l’Unione;
  • Riconosce che le stesse Istituzioni europee si stanno facendo, su vari livelli, portavoce di un cambiamento strutturale; considera quindi cruciale che tale prospettiva venga perseguita con ambizione, senza accontentarsi di effimere soluzioni parziali;
  • Valuta positivamente le political guidelines presentate dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen; in esse sono infatti riassunte alcune delle principali urgenze politiche che le Istituzioni europee sono chiamate ad affrontare, per riguadagnare il consenso e la fiducia dei cittadini europei;
  • Ritiene che il Parlamento europeo, in quanto unico organo che risponde direttamente ai cittadini europei debba recitare un ruolo centrale nel corso dell’attuale legislatura, nel guidare i processi di riforma dell’Unione Europea.

Alla luce di tali considerazioni, la Gioventù Federalista Europea:

  1. Chiede che l’emergenza climatica sia concretamente affrontata come una priorità dalle istituzioni europee, con riforme volte a diminuire stabilmente le emissioni di gas serra e ad avviare una graduale transizione verso un’economia carbon-free; invita inoltre le istituzioni Europee a promuovere la creazione di un’Agenzia Mondiale per il Clima, che riunisca le organizzazioni internazionali già esistenti, ma che si distingua in quanto dotata di una propria sovranità settoriale;
  2. Considera essenziale il completamento dell’Unione bancaria, a partire dall’istituzione di un meccanismo europeo di protezione dei depositi per salvaguardare i risparmiatori europei (sul modello di uno European Deposit Insurance Scheme, EDIS), così come l’implementazione dell’Unione dei Mercati di Capitali (e in particolare le misure relative alla finanza sostenibile), ed infine l’istituzione di un’Unione fiscale costruita attorno ad una capacità fiscale, ad una capacità di bilancio e ad una capacità di indebitamento, con l’obiettivo ultimo di rafforzare l’Unione Economica e Monetaria quale prodromo dell’Unione politica;
  3. Chiede una riforma del Regolamento di Dublino seguendo la proposta già approvata dal Parlamento Europeo, il potenziamento e la creazione di canali legali di accesso e, in casi di emergenza, di corridoi umanitari, la garanzia del salvataggio in mare da parte della guardia costiera europea, un piano di cooperazione con l’Africa che non sia volto all’esternalizzazione dei confini, ma all’integrazione economica e politica dei continenti;
  4. Considera decisivo un rafforzamento delle competenze UE in materia di Politica Estera e di Sicurezza, e necessaria l’introduzione in tale ambito di un meccanismo di voto a maggioranza qualificata nel Consiglio; l’obiettivo, da raggiungere tramite una riforma organica dei trattati, deve essere l’implementazione di una vera e propria politica estera e di difesa europea, che dia modo all’UE di avere un ruolo di primo piano nei vari scenari internazionali, con l’obiettivo di favorire pace e processi di democratizzazione;
  5. Riconosce l’opportunità di coordinamento nel contrasto alle organizzazioni criminali di stampo mafioso mediante una maggiore collaborazione tra le forze di sicurezza interne agli Stati. Riconosce come per una vera lotta del fenomeno mafioso sia necessaria la creazione di una sovranità europea sul tema e l’adozione quindi di una legislazione antimafia sul modello italiano. Sottolinea come l’adozione di tale legislazione renda consequenziale l’istituzione di una procura federale europea dotata di mezzi e risorse autonome cui dovrà essere demandato il perseguimento delle violazioni della legislazione europea di contrasto alle organizzazioni criminali. Per ciò che riguarda invece l’attività di prevenzione, si chiede la realizzazione di un programma di educazione alla cittadinanza europea ed antimafiosa da implementare nelle scuole di tutta Europa;
  6. Richiede una concreta implementazione del Social Pillar, per introdurre misure di Welfare State sovranazionale e rilanciare l’occupazione, in particolare quella giovanile, vista la ben nota esigenza di interventi strutturali per contribuire al rinnovamento del mercato del lavoro e di strumenti anticiclici di ammortizzazione sociale, come ad esempio un’assicurazione europea contro la disoccupazione;
  7. Considera necessario un deciso approccio coordinato a livello europeo in tema di Artificial Intelligence e nuove tecnologie, in particolare per quanto riguarda le questioni legate alla sicurezza e lo sviluppo economico che ne derivano;
  8. Richiede che si individuino efficaci strumenti sanzionatori in caso di violazioni allo Stato di diritto, a partire da una riforma del meccanismo di applicazione dell’art.7 TUE;
  9. Considerando le barriere politiche e tecniche che ostacolano la creazione di un esercito europeo nel breve periodo, richiede il rafforzamento degli organi di difesa europei integrando le già presenti infrastrutture legislative, organizzative e strategiche innovandole in un’ottica federale così da porre l’Europa come partner paritario di fronte ai principali attori internazionali, senza rinnegare la storia di cooperazione atlantica;
  10. Ritiene in conclusione che gli avanzamenti sopra elencati vadano necessariamente contestualizzati nel quadro del superamento della visione monolitica della sovranità nazionale; l’attribuzione di alcune competenze ad oggi nazionali al livello continentale con la conseguente creazione di una sovranità europea è un passaggio fondamentale per realizzare a pieno le proposte esposte finora.

Forte di queste proposte, la Gioventù Federalista Europea

  1. Sostiene con forza la convocazione della Conferenza sul Futuro dell’Europa, appuntamento potenzialmente storico per superare finalmente l’impasse istituzionale che attanaglia l’UE da troppi anni;
  2. Chiede che la Conferenza non si limiti a valutare singole proposte, ma che affronti le essenziali questioni legate al sistema di governo dell’Unione, alla ripartizione delle competenze fra i livelli nazionali ed europeo, alla creazione di una capacità fiscale autonoma dell’UEM nel quadro del suo completamento, alla realizzazione degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, alla lotta alle diseguaglianze e alla creazione di un mercato del lavoro europeo nella società digitale, al rispetto dello Stato di diritto, al ruolo dell’Unione nel mondo globalizzato, ai rapporti tra cittadinanza federale e identità nazionali, sollevando il dibattito attorno alla necessità di modifica dei Trattati esistenti.
  3. Considera necessario che la Conferenza sia un luogo di incontro e di dialogo aperto non solo alle componenti istituzionali, ma anche alla società civile europea, riconoscendo in questo appuntamento un momento fondante per il rafforzamento e la ridefinizione di una comune identità europea;
  4. Sottolinea la necessità che la Conferenza si svolga non solo nelle principali capitali europee, ma anche nelle periferie d’Europa, in modo da rappresentare un momento di vero e proprio rilancio, politico ed emotivo per il processo di integrazione europea;
  5. Chiede che la Conferenza sia convocata sulla base di una dichiarazione interistituzionale – sottoscritta dalla Commissione, dal Parlamento e dal Consiglio (che decida a maggioranza) dopo aver consultato la Banca Centrale Europea, il Comitato Economico e Sociale Europeo e il Comitato delle Regioni – e assistita da un segretariato assicurato dalla Commissione e dal Parlamento europeo;
  6. Ritiene essenziale che la Conferenza coinvolga in diversi modi tutti i livelli istituzionali a partire da quelli locali e regionali; in particolare considera opportuno un coinvolgimento organico dei Parlamenti nazionali nell’intero processo, utilizzando lo strumento delle Assise interparlamentari
  7. Chiede che il governo italiano e tutte le forze della sua maggioranza parlamentare confermino la scelta europea dell’Italia e riacquistino quel ruolo propulsore che i governi italiani hanno spesso avuto nei confronti del processo di unificazione europea affinché l’Italia giochi un ruolo di primo piano durante la Conferenza, così da sbloccare l’impasse cui sembra giunta l’intesa franco-tedesca, ormai non più capace di trainare da solo il processo di integrazione;
  8. Chiede che il Parlamento europeo, sul modello di quanto già accaduto nel 1984 grazie all’iniziativa di Altiero Spinelli, colga l’occasione creata dalla Conferenza per elaborare una proposta globale e coerente che rinnovi profondamente l’assetto istituzionale dell’UE in modo da aprire una fase costituente che culmini con la stesura di una Costituzione federale legittimata democraticamente; tale processo dovrà dunque dare la possibilità, agli Stati che desiderino farlo, di dar vita ad un nucleo federale dell’UE, secondo il principio dell’integrazione differenziata per cerchi concentrici (multi-level governance), e, agli Stati non disposti ad aderire, di rimanere legati all’attuale sistema di Trattati.

La GFE, dunque,

  1. Si impegna a recitare un ruolo attivo e propositivo nel processo di avvicinamento alla Conferenza sul Futuro dell’Europa dialogando con istituzioni, parti politiche, società civile e cittadinanza in modo da assicurarsi che le principali iniziative politiche europee siano inserite nel processo politico che ci avvicinerà alla Conferenza, così da portarlo quanto più possibile al centro del dibattito pubblico;
  2. Propone un appello per una mobilitazione di piazza su larga scala in vista dell’apertura dei lavori della Conferenza sul Futuro dell’Europa;
  3. Rivendica il proprio ruolo di avanguardia politica tra i partiti e con la società civile, fondando la propria azione sulla voglia di trovare risposte concrete ai problemi del presente e sul coraggio di agire per costruire il migliore dei mondi possibili, anche e soprattutto per le nuove generazioni;
  4. Si impegna a lavorare insieme a tutte le forze dell’universo federalista ed in particolare con JEF, MFE ed UEF, per approfondire l’analisi e l’elaborazione e per costruire azioni comuni a livello nazionale ed europeo;
  5. Si impegna a portare avanti il lavoro di costante dialogo e raccordo con l’associazionismo giovanile per costruire la base politica e valoriale che dovrà caratterizzare l’Europa di domani; in particolare ritiene strategicamente importante il ruolo che il nuovo Consiglio Nazionale dei Giovani può ricoprire per sostenere le istanze generazionali con le istituzioni nazionali ed internazionali;
  6. Ribadisce l’importanza della collaborazione con i giornali, le riviste e i blog legati all’universo federalista, ed in particolare con Eurobull e l’Unità Europea, in quanto importanti luoghi di riflessione ed elaborazione collettiva;
  7. Si impegna ad affrontare le emergenze teoriche, aggiornando analisi e proposte politiche federaliste; a questo scopo ritiene opportuno la formazione di Osservatori tematici incaricati di approfondire l’elaborazione politica su singole materie legate alla politica europea come parte integrante del lavoro dell’Ufficio del Dibattito;
  8. Si impegna a interloquire, con tutte le forze politico sociali dell’arco costituzionale per diffondere la necessità di una riforma istituzionale. La GFE non si schiera su posizioni partitiche, pur incentivando e supportando le proposte funzionali alla causa federalista.
  9. Considera essenziale la formazione dei propri militanti sia rispetto alle basi teoriche e politiche del federalismo organizzato che rispetto alla rete di competenze trasversali necessarie ad un militante politico;
  10. Si impegna dunque a lanciare un ampio programma di formazione quadri rivolta ai dirigenti locali e regionali, in modo da costruire un sistema capace di trasmettere la cultura del movimento e un vero “nuovo comportamento politico” federalista;
  11. Fonda la propria azione politica su tre pilastri:
    • formazione ed informazione, in modo da diffondere la conoscenza della politica europea tra i giovani, proponendo loro le “lenti interpretative federaliste”;
    • attività di advocacy presso istituzioni, partiti e società civile per sostenere le proposte politiche federaliste;
    • mobilitazione della cittadinanza, tramite campagne politiche, manifestazioni ed altri strumenti in grado di portare in piazza e tra la gente le battaglie del federalismo europeo organizzato;
  12. Considera parte essenziale della propria identità la portata morale e valoriale della militanza federalista, con l’ambizione di portare avanti un nuovo modo di fare politica, fondato sull’assunto secondo cui ogni militante fa della contraddizione tra fatti e valori, una questione personale.
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